La Caritas è il braccio operativo della Chiesa e per rispondere in maniera adeguata ai bisogni deve conoscere il territorio su cui insiste e cercare di dare una lettura alle esigenze socio-economiche della popolazione. La Diocesi di Nocera Inferiore – Sarno ha una composizione socio culturale complessa e variegata. Composta da 13 comuni che ricadono tra la provincia di Salerno e quella di Napoli – Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Roccapiemonte, Pagani, Angri, Sant’Egidio del Monte Albino, Corbara, parte di Scafati, San Valentino Torio, San Marzano sul Sarno, Sarno, parte di Poggiomarino, Striano – conta circa 238.000 abitanti.
Territorio
Territorio Diocesano
Comune | Abitanti
(censimento Istat al 31/12/2020) |
Nocera Inferiore | 44.377 |
Nocera Superiore | 23.917 |
Roccapiemonte | 8.731 |
Pagani | 34.474 |
Angri | 33.889 |
Sant’Egidio del Monte Albino | 8.806 |
Corbara | 2.490 |
Sarno | 30.590 |
San Valentino Torio | 10.893 |
San Marzano sul Sarno | 10.357 |
Striano | 8.660 |
Poggiomarino* | 17.000 |
Scafati* | 3.500 |
Il comprensorio abbraccia quindi comuni con caratteristiche molto diverse tra loro, si alternano centri fortemente urbanizzati a paesaggi interamente dedicati alla coltivazione. Il territorio è infatti conosciuto anche come Agro nocerino sarnese, proprio per la sua vocazione agroalimentare.
Compresa in quella che era chiamata Campania felix, l’area dell’Agro conserva ancora le caratteristiche peculiari che le permettono una produzione di qualità riconosciuta in tutto il mondo, come per il pomodoro sanmarzano o quello corbarino, il cipollotto nocerino o l’arancia bionda di Pagani. La filiera agroalimentare, sebbene presenta molte possibilità di riscatto per una terra di confine tra Salerno nord e l’hinterland napoletano, subisce il ricatto del lavoro nero e del caporalato, soprattutto con l’arrivo degli extracomunitari, sempre più spesso impiegati nei campi e per la cura degli animali.
Sono proprio loro, i migranti, a vivere situazioni di disagio estremo, derivante dallo sfruttamento delle loro condizioni. Secondo i dati Istat, ben il 6% della popolazione dell’Agro è composta da stranieri regolari. In maggior parte sono marocchini (oltre 1/3 di tutta la popolazione straniera presente sul comprensorio), albanesi, rumeni, indiani, ma anche ucraini, ben rappresentati nelle città più grandi dell’Agro ancora prima dell’inizio del conflitto (1/6 della popolazione straniera). La concentrazione maggiore di migranti si trova nel triangolo tra Sarno-San Marzano-San Valentino, dove, tra campi da coltivare e filiera del settore agroalimentare, è più facile reperire lavoro, anche alla giornata. Nella città del re pomodoro, San Marzano sul Sarno, ben il 13% degli abitanti residenti sono stranieri. Molti vivono in catapecchie, è capitato anche di trovarne 8 in un monolocale, senza regolare contratto di affitto ma pagando ugualmente la pigione al proprietario del locale. Ai regolari si aggiunge il fenomeno dell’immigrazione clandestina che è una realtà tangibile. Sono ancora in centinaia senza permesso di soggiorno né documento alcuno, senza diritti né assistenza. Li incontriamo nei nostri centri d’ascolto, al tramonto di ritorno dalle aziende, tra le strade a chiedere l’elemosina.
La situazione non è facile neanche per la popolazione originaria dell’Agro. Se nel 2020 il reddito pro capite degli italiani è stato in media 19.796 euro, i comuni dell’Agro si sono fermati tutti al di sotto. Per i 13 comuni della Diocesi, la media slitta a 14.305 euro, con Nocera Inferiore che si riconferma il comune più ricco (16.406 euro) mentre all’ultimo posto troviamo San Marzano sul Sarno, con appena 12.108 euro di reddito pro capite (dati intwig.it)..