Siamo accanto a tutti. Il racconto di don Enzo Di Nardi

Capelli arruffati, rughe profonde, sguardo intenso. Dice “grazie” ancor prima di allungare la mano. Nella busta troverà un pasto caldo, pane e acqua. Don Enzo è felice perché sa che Gigino ne ha davvero bisogno e finalmente si è convinto a venire qui: non tutti hanno il coraggio di chiedere aiuto. Nel frattempo, arriva una telefonata, è lo psicologo. Bisogna attivare un percorso di autonomia guidata per una giovane donna che deve occuparsi dei suoi tre figli piccoli mentre il marito sconta i suoi debiti con la giustizia. 

In questo periodo sono aumentate le richieste di aiuto e sulla scrivania del direttore ci sono tante, troppe cartelline. Ognuna di esse è una storia, un volto, un cuore che batte e il Welfare di Stato non riesce a dare risposta a tutti. Per questo bussano sempre più spesso alla sua porta.

Don Vincenzo Di Nardi, don Enzo per tutti, è il direttore della Caritas diocesana di Nocera Inferiore-Sarno, una piccola realtà in un mondo ricco di contraddizioni e precariato, che ha un solo obiettivo: aiutare le persone a camminare da sole. 

«Come Caritas diocesana, grazie ai fondi 8xmille, abbiamo attivato diversi servizi in questi anni – ricorda don Enzo – perché le povertà si sono fatte più complesse e spesso il pagamento di una bolletta o di un affitto non risolve la situazione di disagio. Cerchiamo di affiancare le persone che si rivolgono a noi anche con il supporto psicologico, legale, sanitario e li aiutiamo a cercare lavoro quando manca». 

Solo grazie ai progetti avviati con i fondi 8xmille si riesce a dare una risposta concreta.

In un anno la mensa di Nocera ha distribuito oltre 10.000 pasti e da qualche mese è attiva quella di Sarno che ha già superato i 1.500 pasti distribuiti. 

«Per il 2024, oltre ai servizi che sono sempre attivi come le mense e gli sportelli, di ascolto e di consulenze professionali, abbiamo avviato con l’8xmille un progetto di accoglienza per senza fissa dimora ed un progetto di inclusione, attraverso lo sport, per ragazzi disabili. Ogni anno cerchiamo di avviare progetti che possano sia dare un sostegno materiale sia “animare la comunità” a prendersi cura dei fratelli più sfortunati».

È quello che si continua a fare con la comunità ucraina che ancora non può fare rientro in patria. Ormai i ragazzini arrivati qui minorenni hanno raggiunto la maggiore età e ritornare in Ucraina significa andare dritti al fronte. «Sono ospiti in una struttura diocesana a Sarno – spiega il direttore –, li seguiamo negli studi e se hanno qualche esigenza in particolare. Abbiamo aiutato, anche attraverso l’acquisto di titoli di viaggio, chi poteva tornare in patria. Loro resteranno nostri ospiti fino a quando non potranno tornare in sicurezza».

Tante azioni che vanno a comporre un unico mosaico ed ogni tessera è una firma, la tua firma!

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